Bardo Thödol (IL Libro Tibetano dei Morti). Note di una lettura alla luce della fisica moderna

Come l’uomo desidera, così è il suo destino. Brihadaranyaka Upanishad

(articolo di Luis Rivero in HERA Magazine nº 43)

Borges ci ricorda –parafrasando Platone– che il maestro sceglie il discepolo, ma il libro non sceglie i suoi lettori, che possono essere cattivi o stupidi.La prima volta che mi capitò tra le mani un esemplare del Bardo Thödol , non sono riuscito ad andare oltre delle prime pagine. Ci vorrebbero alcuni anni prima che sintesi un bisogno incontenibile di riprendere la sua lettura. E questa è la prima delle impressioni tratte da questo libro enigmatico: il Bardo Thödol si legge quando si è veramente “pronti” per la lettura. Il tema della morte e in particolare di nostra propia morte è generalmente evitato per quanto possibile nella magior parte delle società occidentali. Sebbene la morte è una certezza (forse l’unica certezza che abbiamo), spesso ci rifiutiamo di affrontarla, fino a diventare tabù. Platone afferma nel Timeo–in chiave criptica– che “è difficile scoprire il ‘fautore’ e padre di questo universo, e, una volta scoperto, è impossibile dichiararlo a tutti gli uomini”. Carl Gustav Jung, nel suo commento psicologicoal Libro tibetano dei morti, conclude dalla sua lettura che il ’’datore” di tutte le cose ’’date’’, abita dentro di noi. E questa, credo, è una delle chiavi di comprensione del Bardo Thödol: tutti i fenomeni hanno origine nella mente. Così come pensiamo, così siamo e saremo, nella vita e dopo la morte, perché i pensieri sono “padri” di tutte le azioni.

Da tempo immemorabile, viviamo, moriamo e nasciamo senza che abbiamo memoria di ciò. In questo processo ciclico, il Libro tibetano dei morti sarebbe, se così si può dire, una sorta di manuale di istruzioni per i defunti e i moribondi. Intende essere una guida all’aldilàche copre il periodo di esistenza del bardo, descritto simbolicamente come lo stato intermedio della durata di 49 giorni che vanno dalla morte alla rinascita. Nella tradizione tibetana il testo viene letto vicino al corpo giacente, sussurrato all’orecchio del defunto da un monaco che agisce come psicopompo. Lo scopo è quello di attirare l’attenzione del deceduto sulla possibilità di liberazione in ogni momento e di avvertirlo circa la natura delle sue visioni. Tutto questo secondo la ferma convinzione che la coscienza è immateriale e non scompare con la morte física.

Alcuni insegnamenti del Bardo Thödol e il suo parallelismo con la fisica moderna

Man mano che ci addentriamo nella lettura del Bardo Thödol, capiamo il significato delle parole del fisico Fritjof Capra: «I concetti della fisica moderna mostrano spesso sorprendenti parallelismi con le filosofie religiose dell’Estremo Oriente» (Il Tao della Fisca). Mi propongo quindi di esporre brevemente alcune delle idee principali contenute nel Libro tibetano dei mortie la loro analogia con alcuni concetti della teoria quantistica e principi della fisica moderna. Secondo la filosofia buddista tutte le condizioni, gli stati o i regni di esistenza del samsara, i cieli, gli inferni o i mondi di cui parla il Bardo Thödol sono solo fenomeni. Il samsara, che in sanscrito vuol dire ‘esistenza ciclica’, è per la dottrina buddista la successione di morti e rinascite a cui l’individuo è destinato.

Nel samsara si danno sei regni di esistenza in cui si può rinascere a seconda del karma: il regno degli esseri infernali, quello degli spiriti avidi, quello degli animali, quello degli umani, quello dei semidei e quello degli dei. Tutti questi fenomeni, secondo il Bardo Thödol, sono transitori, illusori o irreali. Esistono solo nella mente di chi li percepisce e non hanno forma esterna. Si afferma inoltre che non esistono dei, demoni, spiriti o creature sensibili.Tutti sono fenomeni che dipendono da una causa: “un anelito o sete di sensazione conforme ad un’esistenza instabile nel samsara”. Finché questa causa non sarà superata, come diceva Socrate, “ad ogni nascita seguirà una morte e ad ogni morte una nuova nascita”, e così via fino a raggiungere l’Illuminazione che interrompe la ruota del samsara.

Secondo il Bardo Thödol l’esistenza post mortemè una continuazione dell’esistenza fenomenica del mondo umano, poiché la coscienza non scompare con la morte fisica. La natura dell esistenza tra la morte e la rinascita in questo o in un altro mondo è determinata dalle azioni precedenti, cioè dal karma. Si tratta in un certo senso di uno stato prolungato di apparenza onirica, quello che potrebbe chiamarsi «una quarta dimensione dello spazio» (come sottolineano alcuni studiosi), pieno di visioni allucinanti che sono il risultato del contenuto mentale del percettore.Queste possono essere felici e di aspetto celeste, se l’individuo ha accumulato un buon karma, o dolorose e di aspetto infernale, se ha un cattivo karma.[Per la teoria della relatività lo spazio non è tridimensionale e il tempo non costituisce un’unità separata. Entrambi sono strettamente correlati e formano una continuità quasi tridimensionale «spazio-tempo»].

Le scoperte della teoria della relatività e della fisica atomica (che alla fine sfociarono nella formulazione della teoria quantistica) vennero a cambiare il panorama della fisica, sconvolgendo la concezione newtoniana del mondo, cioè la nozione di spazio e tempi assoluti, le particelle solide elementari, la natura strettamente causale dei fenomeni fisici…

Un’altra caratteristica dello stato intermedio, secondo il Bardo Thödol, è che non tutti i defunti sperimentano visioni o fenomeni identici.Ogni individuo penserà secondo ciò che gli è stato insegnato.In tal senso, i pensieri sono come semi che germinano nella mente fino a dominare completamente il contenuto mentale dell’individuo in forma di credenze o archetipi.Di conseguenza, per un buddista, un indù, un musulmano, un ebreo o un cristiano le esperienze del bardo saranno diverse.Le forme di pensiero di un buddista o di un induista, come in uno stato onirico, alimenteranno le visioni «a immagine e somiglianza» delle divinità del pantheon buddista o induista;un musulmano si ricreerà nelle visioni del paradiso islamico descritto nel Corano; o quelle di un cristiano corrisponderanno al cielo, al purgatorio o all’inferno.Insomma, queste visioni dipendono dal contenuto mentale di ogni individuo.In altre parole, lo stato post mortemè molto simile allo stato onirico, e i sogni sono una replica della mentalità di cui sogna.Secondo Evans Wentz, il Bardo Thödol sembra basarsi su dati di esperienze umane fisiologiche e psicologiche e considera questo stadio nell’aldilà come un problema psicofisico, e quindi essenzialmente scientifico.Ciò che il percettivo vede nel bardo è il suo proprio contenuto mentale.Dalla fisica quantistica si afferma che non possiamo vedere né capire ciò che non è nel repertorio dei nostri pensieri e paradigmi sul mondo.In altre parole, la coscienza umana emerge in primo piano da mero epifenomeno psichico a causa determinante dell’esistenza dei fenomeni manifesti.Quando si dice che l’esistenza post mortem è una continuazione dell’esistenza fenomenica emersa dal mondo umano, si afferma che l’esperienza del bardo è segnata dagli stessi archetipi o paradigmi appresi durante l’esperienza vitale.«Come si insegna ad un uomo, così sarà quello che pensa», nella vita e dopo la vita.Questo spiega perché le visioni che affermano di aver sperimentato i mistici cristiani coincidono con l’immagine del Dio Padre seduto al trono della Nuova Gerusalemme, l’intero scenario biblico e immagine: Vergine, santi, angeli e arcangeli;come un musulmano potrà assistere alla visione del paradiso, del profeta o degli angeli; o un amerindio potrà “vedere” la Terra Felice della caccia.Anche un ateista sperimenterà le sue particolari visioni nel bardo, secondo il suo proprio “credo” ed archetipi mentali.

D’altra parte, la nascita nel mondo umano diventa inevitabile, sia direttamente dal bardo o da qualsiasi altro mondo (paradiso o inferno) a cui abbia portato la bilancia karmica, a meno che non si raggiunga l’Illuminazione.L’Illuminazione avviene captandol’irrealità dell’esistenza (del samsara), cioè comprendendoche tutto è un’illusione.È possibile raggiungere questo stato in vita, al momento della morte o durante il bardo, così come in certi regni non umani.

Per fare questo passo è importante, sempre secondo il Bardo Thödol, l’istruzione nello yoga, nel controllo dei processi mentali per concentrarsi sul raggiungimento della Retta Conoscenza e la guida di un guru.Questa versione dei diversi “mondi o regni” di esistenza ha una sorprendente somiglianza con l’idea di “universi paralleli” della fisica quantistica.

Un altro concetto fondamentale del buddismo tibetano è «la coscienza di unità della totalità delle cose, chiamato dharmadhatu[‘universo’]».Credere che concetti astratti di «cose» e «eventi» separati siano una realtà è pura illusione.Questa unità fondamentale dell’universo non è solo un elemento centrale dell’esperienza mistica dei grandi maestri orientali, ma risulta anche una delle scoperte della fisica moderna.Sebbene apparente a livello atomico, si manifesta con maggiore chiarezza nel mondo delle particelle subatomiche.La fisica quantistica sostiene il concetto di interconnessione di tutto ciò che esiste in natura.La cosiddetta interpretazione di Copenhagen, sviluppata da Bohr e Heisenberg, dimostra con precisione in che modo la teoria quantistica implica un’interconnessione essenziale in tutta la natura.

E non solo a livello subatomico, ma il sistema macroscopico forma anche un insieme unificato e il concetto di «oggetto separato e osservato» non è più valido.[Il Nobel per la fisica Erwin Schrödinger parla di entanglement quantistico  (o correlazione quantistica), un fenomeno in cui lo stato di due o più sistemi fisici dipende dallo stato di ciascuno dei sistemi, anche se questi sono spazialmente separati].

Un altro insegnamentoche si può trarre dal Bardo Thödolè che gli esseri coscienti nello stato intermedio, al di là della “pulsione karmica”, possono scegliere la forma della loro prossima reincarnazione, anche dove nascere: il paese, la cultura, la famiglia…Si dice che gli esseri più elevati spiritualmente potranno scegliere uno dei regni di esistenza superiore (regno dei semidei o quello degli dei), con la possibilità di liberarsi dal samsara in qualsiasi momento.Per quanto riguarda la «possibilità di scelta» il fisico Amit Goswami fa notare che abbiamo nella vita molteplici probabilità dispiegate come onde di probabilità (di un elettrone).Ciò ci pone di fronte a diverse opzioni reali come le onde di probabilità di Schrödinger e queste probabilità cessano di esistere quando proiettiamo le nostre aspettative, che si limitano ad una sola possibile.Il dottor Stuart Hameroff va oltre affermando che “ogni pensiero cosciente può essere considerato come una scelta, una sovrapposizione quantistica che collassa in una scelta”.[Questo ci ricorda la possibilità «di selezionare la porta uterina» di cui parla il Sidpa Bardo(una delle fasi dello stato intermedio descritto nel Libro II del Bardo Thödol), in cui la coscienza «sceglie» dove nascere e scegliere i genitori].La fisica moderna sembra suggerire che ogni volta che osserviamo il mondo, ad un certo livello della realtà stiamo provocando un collasso della funzione d’onda.Un collasso che trasformerà un’onda di infinite possibilità in qualcosa di concreto e materiale. E questo ci rende creatori, «fautori» o «datori» della nostra stessa realtà, come affermava Jung.L’osservatore crea il collasso della funzione d’onda in una determinata direzione e così partecipa alla creazione della realtà.Il momento in cui un’onda di probabilità si trasforma in materia è quello che i fisici chiamano collasso della funzione d’onda.Sarebbe come se adesso dietro di lei non ci fosse nulla e proprio nel momento in cui si gira per guardare, tutto prende forma e si «materializza».Ciò significa che quello che c’è dietro di lei in questo momento esiste solo come possibilità.In un certo senso, tutto questo è molto simile a quello che afferma il Bardo Thödol che tutti i fenomeni sono alla loro origine nella mente.”Sebbene la maggior parte della scienza occidentale consideri questa questione [l’immortalità della coscienza] una favola, la scienza tanatologica dimostra, afferma lo psichiatra Stanislav Grof, che gran parte di ciò che propone nel Bardo Thödol è pertinente”.Grof si basa su studi di esperienze vicino alla morte in cui quanto detto dalle persone “riportate in vita” ha potuto essere verificato. Narrano che la coscienza abbandona il corpo in modo molto simile a quello descritto nel Bardo Thödol. Suggestiva lettura, dunque, che può suscitare l’interesse o la curiosità sia di coloro che affrontano per la prima volta l’argomento sia di coloro che sono attratti dalle tradizioni e dalla filosofia orientali, e che al di là delle proprie fedi può contribuire a smontare quel tabù che è il tema della morte, e cominciare a vederla da una prospettiva diversa.